Solidarietà con la resistenza del popolo ucraino, fuori le truppe russe

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Un anno fa, il 24 febbraio 2022, il governo russo di Vladimir Putin ha lanciato un’invasione su larga scala dell’Ucraina, che ha provocato indicibili sofferenze e massacri per il popolo ucraino. Decine di migliaia di ucraini sono stati uccisi e milioni di civili sono stati costretti a fuggire all’estero o a sfollare all’interno del paese. Le forze russe si sono rese colpevoli di crimini di guerra, costringendo gli ucraini a vivere in condizioni deplorevoli e in ansia permanente: distruzione di infrastrutture energetiche, ospedali, edifici residenziali… Nelle aree occupate dall’esercito russo sono stati documentati crimini contro l’umanità: stupri, torture, esecuzioni arbitrarie, deportazioni…

Una guerra coloniale

L’invasione russa mira a trasformare l’Ucraina in un satellite di Mosca e a impadronirsi delle sue risorse economiche: un’avventura imperialista non dissimile da quelle dell’imperialismo occidentale. Putin vuole che l’Ucraina torni ad essere una colonia russa. Nella sua visione del mondo, solo le grandi potenze hanno il diritto alla sovranità e possono esercitare il dominio coloniale su altre nazioni. Nega l’esistenza degli ucraini come popolo distinto con una propria lingua, storia e cultura. Allo stesso tempo, il governo di Vladimir Putin ha approfondito la sua trasformazione in un regime ultra-autoritario e di destra, cosa che comporta l’assenza di democrazia al suo interno e che si basa su una forte ideologia patriarcale.

Sconfiggere l’aggressione per garantire la pace

Fortunatamente, la popolazione ucraina si è mobilitata massicciamente per respingere questi piani di annessione e difendere la propria indipendenza. E’ una resistenza più che legittima e che va sostenuta, al di là di ogni critica nei confronti dell’orientamento neoliberista del governo ucraino e del suo desiderio di aderire all’Unione Europea e alla NATO (un processo che peraltro l’aggressione russa ha rafforzato e accelerato); infatti, l’indipendenza nazionale è una condizione necessaria affinché gli ucraini possano lottare contro il neoliberismo (e contro l’estrema destra che, contrariamente alle affermazioni orwelliane di Putin, non è al potere in Ucraina).

Per questo sosteniamo in particolare i movimenti di sinistra, femministi e sindacali ucraini che si battono sia contro l’invasione sia contro le riforme neoliberiste del governo ucraino, come gli attacchi ai diritti del lavoro. Questi movimenti, come Sotsialnyi Rukh, sono la migliore speranza per una ricostruzione postbellica basata sulla democrazia, sulla giustizia sociale e climatica. Siamo anche solidali con coloro che in Russia e Bielorussia rifiutano la guerra e lottano contro le dittature di Putin e Lukashenko nonostante la feroce repressione.

I futuri negoziati per una pace giusta dipenderanno dall’equilibrio di potere che si stabilirà sul campo. Sarebbe illusorio pensare che un cessate il fuoco intorno alle attuali linee del fronte garantisca la pace: al contrario, ratificherebbe l’annessione con la forza di gran parte del territorio ucraino. Inoltre, il governo russo vuole andare ancora oltre: i suoi obiettivi dichiarati (volutamente vaghi) restano la “smilitarizzazione”, la “denazificazione” e la “decomunistizzazione” dell’intera Ucraina. Il ritiro immediato delle forze di occupazione russe dal territorio ucraino è un prerequisito per l’autodeterminazione democratica di tutti i popoli dell’Ucraina. Questo ritiro dipende principalmente dalla capacità dell’Ucraina di resistere con successo all’invasione.

Contro l’escalation inter-imperialista

L’imperialismo occidentale persegue i propri interessi nel conflitto e non sostiene la resistenza ucraina per altruismo o per preservare la democrazia. Gli stati occidentali stanno conducendo le proprie guerre imperialiste in altre parti del mondo e sostengono, ad esempio, il colonialismo dello stato di Israele o il regime reazionario dell’Arabia Saudita, che sta conducendo una guerra nello Yemen. Se l’urgenza è quella di sconfiggere l’aggressione della Russia, occorre già pensare alle lotte future: l’UE e gli USA cercheranno di sfruttare l’Ucraina come stato periferico europeo. Anche in questo caso, la solidarietà con le organizzazioni di sinistra, femministe e sindacali in Ucraina aiuta a prepararsi a queste lotte. Inoltre, i nostri governi debbono cancellare il debito dell’Ucraina per aiutarla davvero nella sua resistenza e nella sua ricostruzione, altrimenti il suo rimborso metterà a dura prova le sue risorse disponibili a solo vantaggio dell’arricchimento dei suoi creditori occidentali.

La situazione comporta ovviamente dei rischi per la pace mondiale. C’è il rischio che la contrapposizione tra l’imperialismo occidentale e quello russo degeneri in un confronto diretto tra potenze nucleari. La NATO sta approfittando dell’invasione russa per rafforzarsi e riarmarsi, dopo decenni di fallimenti militari nella cosiddetta “guerra al terrorismo”. La NATO si sta espandendo (con la prossima integrazione di Finlandia e Svezia) e i suoi stati membri hanno aumentato drasticamente i loro bilanci militari. La NATO non è una forza per la democrazia, ma il braccio armato della dominazione imperialista occidentale attraverso gli investimenti di capitale e il commercio mondiale.

Sebbene l’Ucraina abbia tutto il diritto di armarsi per difendersi dall’invasione, questo non può mai essere un pretesto per un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto, né per riarmare i suoi stati membri per prepararsi a guerre future. Al contrario, ci vogliono il disarmo globale, a partire dall’abolizione delle armi nucleari, e lo scioglimento delle alleanze militari della NATO in Occidente e dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) intorno alla Russia e ai suoi alleati.

Tuttavia, gli interessi della NATO non devono impedire agli internazionalisti di sostenere il popolo ucraino e la sua resistenza all’invasione del paese. Gli ucraini non hanno iniziato questa guerra e non hanno altra scelta che resistere militarmente contro l’esercito russo. In questo contesto, un semplice appello alla pace senza chiedere il ritiro immediato delle truppe russe dall’Ucraina significherebbe chiedere agli ucraini di essere vittime passive della violenza e della colonizzazione russa. Al contrario, sosteniamo il diritto del popolo ucraino all’autodeterminazione, che richiede la liberazione dal dominio coloniale russo.

Solidarietà con la resistenza del popolo ucraino contro l’invasione russaRitiro immediato delle truppe russe dall’Ucraina e fine immediata dei bombardamenti russi