Michele Santoro
Riprendiamo quasi per intero un post del Pcl che scansiona bene la nuova avventura di (e per) Michele Santoro. (Nel caso sorgessero dubbi ricordiamo che non abbiamo nessuna affiliazione con nessuna forza politica, neppure col Pcl)
«Non siamo una lista di sinistra, abbiamo dentro persone che arrivano da esperienze diverse...». Così Michele Santoro ha presentato la propria lista Pace Terra Dignità in vista delle elezioni europee https://t.ly/ExXSj
In effetti uno sguardo alla lista conferma pienamente il suo incipit. Si contano ex Presidenti regionali della Lega di Bossi (come la friulana Alessandra Guerra), ex deputati del M5S che avevano investito la propria carriera nell'operazione fallimentare neoatlantista del ministro Di Maio (come Marta Grande), transfughi sfortunati e giramondo di Italia dei Valori e poi del PD (come Pino Arlacchi)... Colpisce, tra le altre, la candidatura dello scrittore Nicolai Lilin, già frequentatore di CasaPound, ed esplicito cantore della tradizione imperiale zarista contro Lenin e la Rivoluzione d'ottobre, nonché volgare antisemita («Se non fosse per i rivoluzionari bolscevichi ebrei, l'Ucraina oggi esisterebbe come parte della Russia», da Ucraina la vera storia, pag 57). Accanto a questi, naturalmente, tanti candidati “democratici”, progressisti, pacifisti. Tra cui il segretario di Rifondazione Comunista.
Il minestrone è apertamente teorizzato da Santoro. "Noi non consideriamo la politica, nemmeno le elezioni, come lo scontro tra Amico e Nemico" dichiara il manifesto programmatico della lista (Per un programma elettorale di “Pace Terra e Dignità”), che infatti "invita tutte le forze politiche a riconoscersi in ciò che è essenziale per tutti”. Cos'è che è essenziale per tutti? La Pace naturalmente, elevata a principio metafisico universale e stella polare della nuova politica. Pace tra le potenze imperialiste vecchie nuove oggi in lotta fra loro per la spartizione del mondo (Stati Uniti, Cina e Russia). Pace tra stati coloniali e popoli oppressi, passando per “la condanna della strage del 7 ottobre e il diritto degli israeliani a vivere in pace e in sicurezza”. Pace persino per la NATO, che dovrebbe tornare alla “natura esclusivamente difensiva” sancita dal Vertice di Roma del 1991.
A benedire la nuova filosofia della pace universale viene chiamata “l'Europa”, ed in particolare l'Unione Europea, di cui si chiede l'ennesima riforma democratica e sociale. La realtà materiale degli imperialismi europei, il loro sgomitamento gli uni contro gli altri per disputarsi spazi di mercato e zone d'influenza, la loro politica di rapina contro i propri salariati per conto delle rispettive borghesie, la loro corsa frenetica agli armamenti quale riflesso della propria natura imperialistica, insomma tutto il capitalismo reale del vecchio continente, diventano oggetto, nel migliore dei casi, di una pura critica di "valori" nel nome di un mondo imperturbabile di nuove idee.
Pace e bene per tutti, senza nemici da abbattere per l'appunto. È l'eterna illusione di un altro mondo possibile nel quadro del capitalismo e dell'imperialismo, mondiale ed europeo.
Papa Francesco – sovrano assoluto, come ogni Papa, di una monarchia sacerdotale – è non a caso il riferimento ideologico della lista. Il cui manifesto si chiude con le parole alate del Cardinal Martini: “Se la memoria del dolore sarà memoria della sofferenza anche dell'altro, dell'estraneo e persino del nemico, allora essa potrà rappresentare la premessa di ogni futura politica di pace”. Amen.
Si potrebbe concludere che si tratta solamente di aria fritta, della solita innocua esibizione di buoni sentimenti. Ma così non è. La lista Santoro muove in direzione di uno scopo molto terreno. Non quello del 4% e dello sbarco nel Parlamento Europeo, che è fuori dalla possibile gittata, come Santoro sa bene. Ma quello della raccolta di una percentuale elettorale minima (2 o 3% gli obiettivi più volte dichiarati) che consenta a Santoro un potere negoziale di ricomposizione col centrosinistra in vista delle future elezioni politiche. È la ragione per cui Santoro insiste nel dire che la lista non è alternativa al PD e al M5S, che la sua è solamente una perorazione pacifista con cui influenzare le altre forze politiche... A buon intenditor poche parole.
Una sola domanda s'impone. Perché il Partito della Rifondazione Comunista e il suo segretario hanno offerto il proprio partito a questa avventura personalistica di Santoro? Sperano di poter rientrare dalla finestra nel gioco politico-istituzionale dopo il suicidio consumato con Prodi?
Peraltro l'alternativa alla linea di Maurizio Acerbo non è certo l'ex ministro Paolo Ferrero, recente ispiratore in Sardegna del blocco tra PRC, Azione, Bonino attorno a Soru (nel silenzio di tutto il gruppo dirigente nazionale). Ciò che in realtà s'impone è un bilancio e una riflessione di fondo sull'intera parabola di un partito, non una guerra interna di cordate per il controllo di ciò che ne resta.