Siamo ogni giorno di più

Qui sotto un’intervista con i partigiani russi della “Cellula rivoluzionaria del Volga” che ha rivendicato l’attentato contro l’auto di Natalia Abieva, che raccoglieva fondi per la guerra di Putin.

Abbiamo intervistato i partigiani russi che tre settimane fa hanno bruciato l'auto di Natalia Abieva, moglie di un ufficiale russo impegnata nella raccolta di fondi per l'esercito di Putin.

  • Avete affermato in modo molto deciso che in Russia non ci sono più mezzi per protestare pacificamente. Perché siete di questa opinione?
  • Diffidiamo decisamente dei metodi di protesta pacifici, perché crediamo che i tempi in cui si potevano cambiare le cose con mezzi pacifici siano finiti. Gli appelli di questo tipo appaiono oggi patetici o addirittura provocatori. Esortare a manifestare è quasi la stessa cosa che invitare a gettarsi nelle mani della polizia. È stato possibile ottenere qualche cambiamento in modo relativamente pacifico durante la Bolotka (ndr. Il movimento di protesta in Russia nel 2011-2013), ma allora l'opposizione gridava: "Torneremo". Ora le opzioni sono poche: o fuggire o combattere. L'opzione di sedersi e far finta che le cose non possano andare diversamente da come stanno andando non la prendiamo in considerazione. La Russia è un inferno totalitario, una prigione di nazioni e la patria dell'ingiustizia.
  • Nel vostro rapporto vi siete definiti Cellula rivoluzionaria della regione del Volga. Ci sono gruppi simili in altre città russe?
  • Abbiamo persone che la pensano come noi in diverse parti del Paese. Non possiamo divulgare il loro numero e la loro posizione per motivi di sicurezza. Ma ne sentirete ancora parlare.
  • Avete affermato che "una società basata sulla libertà, l'uguaglianza e la solidarietà deve sostituire la dittatura": siete anarchici?
  • Ciò che ci accomuna sono l'idea di libertà e le bombe molotov. Non è il momento di assumere posizioni politiche. Ci sono sia anarchici che sostenitori della destra (anche se questi ultimi sono meno numerosi, per ovvie ragioni). Ogni azione compiuta oggi è nei fatti una discussione sull'ordine politico di domani.
  • Non avete paura di continuare con azioni radicali?
  • Sarebbe troppo presuntuoso e arrogante dire che non abbiamo paura. Tutti hanno paura, per questo si attengono a rigide misure di sicurezza e di lotta cospirativa. E' difficile dire cosa sia peggio: essere picchiati in una stazione di polizia o vivere la propria misera vita con il senso di colpa di non aver nemmeno provato a cambiare le cose.
  • Cosa possono fare oggi i russi che non sostengono le politiche del Cremlino?
  • Non tutti possono attaccare con Molotov un ufficio di reclutamento militare o bruciare l'auto di chi difende attivamente il regime. Ma chiunque può scattare una foto e inviarla anonimamente, insieme alle coordinate di determinate persone. Oppure raccogliere informazioni su persone, stampare volantini, incollare adesivi, dipingere graffiti, sostenendo allo stesso tempo la resistenza. Altrettanto importante è il sabotaggio delle strutture coinvolte. Non è necessario rinunciare al servizio militare se quest'ultimo permette di apprendere molte informazioni preziose. Non è necessario dimettersi dai servizi di sicurezza se si possono sabotare nuove azioni mirate alla cattura di attivisti. O di licenziarsi dalle ferrovie quando si vedono passare treni di attrezzature destinate a uccidere persone in un paese vicino. Ognuno dovrebbe trovare il proprio posto nella Russia del futuro, diventare quel futuro oggi, senza lasciare la disperazione della Russia in eredità ai propri figli.
  • Gli uffici di reclutamento sono oggetto di attacchi in tutta la Russia, ci sono azioni di guerriglia che prendono di mira le ferrovie. La geografia della resistenza partigiana in Russia andrà espandendosi oppure la repressione del Cremlino sarà in grado di schiacciarla?
  • La macchina della propaganda sta facendo chiaramente del suo meglio per far apparire i partigiani come dei pazzi solitari. Il numero di siti web bloccati è aumentato, ma parallelamente sono fioriti anche nuovi canali di informazione libera, lo stesso Telegram è diventato il messenger più popolare in Russia. Ogni settimana bruciano uffici di reclutamento, deragliano treni dal Kuban all'Estremo Oriente, vengono tagliati cavi un po’ ovunque. La geografia della resistenza non potrà che espandersi, dal momento che tutti hanno appena iniziato ad assaporare le delizie della vita nella nuova realtà: totale assenza di libertà, economia a picco, cortina di ferro. Il fuoco della rivoluzione andrà sempre più diffondendosi nelle città della Russia. Vogliamo un futuro normale, siamo in tanti a volerlo! E siamo ogni giorno di più.
  • I media russi parlano spesso di azioni degli "hlopky" [termine con il quale i razzisti russi indicano gli ucraini - N.d.T.] nelle regioni di Belgorod, Kursk e Voronezh. Pensate che l'esercito ucraino stia colpendo le città russe?
  • Rispondiamo con sarcasmo. Se secondo le autorità non è in corso alcuna "guerra", come è possibile che l'Ucraina faccia dei bombardamenti?
  • Fin dal momento in cui è scattato l'attacco russo contro l'Ucraina ci sono unità bielorusse che combattono contro gli occupanti di Putin. C'è anche un'unità chiamata "Legione della Libertà della Russia" costituita da russi che sono passati dalla parte dell'Ucraina. Tra le vostre fila ci sono persone che la pensano come voi e che hanno deciso di andare al fronte?
  • Tra i nostri compagni non ci sono militari dell'esercito di Putin. Personalmente, non conosciamo nessuno che sia riuscito a lasciare la Russia per unirsi ai volontari russi in Ucraina. E dalla fine di febbraio è quasi impossibile farlo per via della chiusura delle frontiere. Perciò esortiamo tutti coloro che stanno pensando a tale opzione a restare nel paese per agire al suo interno. Il futuro della Russia sarà deciso in Russia. Questa è la nostra terra, non abbiamo dove scappare, che la feccia abbia paura e si nasconda nei suoi palazzi. Il futuro ci appartiene!
  • Se Abiyeva, rimasta senza macchina, deciderà di comprarsene una nuova, brucerete anche quest'ultima?

L'auto è completamente bruciata e non può essere riparata.

  • Abieva, in quanto patriota, probabilmente acquisterà un modello dell'industria automobilistica nazionale. E la sicurezza di tali modelli è molto scarsa. Vedremo.
  • In che modo i russi sono colpiti dal fatto che la Russia non ha conseguito alcun successo evidente in questa guerra?
  • Mi sembra che dovrebbero preoccuparsi soprattutto del fatto che loro compatrioti stanno tornando a casa a migliaia in sacchi neri e bare di zinco. Che ogni giorno di combattimento significa spendere somme colossali di denaro che avrebbero potuto essere utilizzate per costruire scuole e ospedali. Ma il punto forte del potere di Putin è la propaganda.
  • I russi credono facilmente alla propaganda?
  • Purtroppo l'influenza della propaganda è molto più pervasiva di quanto si possa immaginare. Credere alla propaganda non significa soltanto leggere le parole di Kadyrov e indossare la simbologia Z, ma anche non comprendere la natura delle sanzioni, della nuova cortina di ferro, il declino del tenore di vita. Putin ha messo il mondo intero contro la Russia, e loro ne sono felici. Ma soprattutto, la propaganda diffonde sistematicamente tra la gente la convinzione di essere persone insignificanti e incapaci di cambiare qualcosa. Questo è l'aspetto peggiore. 140 milioni di persone convinte di non poter fare la differenza.
  • La nostra ultima, tradizionale domanda. L'Ucraina vincerà?
  • Mettiamola così: l'Ucraina deve vincere, perché qualsiasi concessione sarà vista da Putin come una debolezza. In caso di concessioni tutto si ripeterà presto nuovamente e ci saranno altri spargimenti di sangue.
  • Cosa augurate ai nostri lettori?
  • Di vivere fino a quando non otterremo la vittoria contro i tiranni. E di attivarsi per conseguire tale risultato! Agite!

NB

Va notato che proprio ieri i servizi di sicurezza federali hanno annunciato l’arresto a Volgograd di alcune persone che intendevano prendere il potere con le armi e con esplosivi, organizzando anche attentati contro le ferrovie. Dai materiali video diffusi sembra però che si tratti del Comitato per la sicurezza della Russia-Cobra, un’organizzazione semi-fantasmatica che esisterebbe da almeno una dozzina di anni per combattere contro la corruzione, “i drogati” e i democratici, quindi presumibilmente di tendenza opposta a quella della “cellula rivoluzionaria”.