Alcune notizie in breve sulla scena rock russa e la guerra, dal canale telegram Nevoyna

  • A San Pietroburgo, nei pressi della Cattedrale di Kazan, è stato arrestato Dmitry Chernysh (https://ovd.news/.../akcii-v-podderzhku-naroda-ukrainy-i...) per avere protestato contro un'immagine diffusa dalla propaganda di regime (https://dailystorm.ru/.../rashid-nugmanov-rasskazal...) nella quale il leggendario rocker Viktor Tsoi, di cui ricorreva pochi giorni fa il 60° anniversario della nascita, è ritratto in un'uniforme militare, con una mostrina con la Z e un mitragliatore in mano. "Hanno insultato la memoria di un uomo leggendario, facendo un soldato di colui che invece era un musicista e poeta giunto addirittura ad autolesionarsi per finire così in manicomio e non andare in guerra", si legge nel manifesto.
  • Il Glavklub di Mosca ha comunicato la cancellazione dell'esibizione del gruppo Anacondaz il 26 giugno, dei concerti del gruppo Neshchastny Sluchay il 3 luglio e di Manizha l'8 luglio. Sono tutti artisti che si sono espressi contro l'aggressione russa in Ucraina. Manizha è anche impegnata nel prestare aiuto ai profughi. " Abbiamo preso questa decisione in seguito a pressioni delle autorità statali. Siamo spiacenti, ci abbiamo provato", ha detto (https://t.me/glavclubmoscow/352) la direzione del club,
  • Oleg Yagodin, leader della band Kurara di Ekaterinburg, ha concluso (https://t.me/holodmedia/4928) la sua esibizione al festival Ural Music Night con le parole "Net voyne, net huyne", traducibili più o meno come "No alla guerra, no a 'sta merda". Nel video si distinguono chiaramente le grida di approvazione.

Come l'underground musicale russo reagisce alla non guerra (dal canale Nevoyna https://t.me/narodpv/1809 )

  • Nella comunità musicale progressista, così come in tutti gli altri nuclei creativi non indifferenti a quanto accade intorno a loro, all'inizio della guerra c'è stata una pausa. Molti musicisti si sono trovati in uno stato di stupore: alcuni hanno smesso di provare, hanno interrotto le registrazioni e cancellato i concerti, altri hanno deciso di sciogliere la loro band o il loro progetto, perché sembrava impossibile continuare a fare musica come prima. Le band hanno pubblicato in massa messaggi contro la guerra, hanno chiuso i loro account sui social media e hanno smesso di farsi vedere in giro.

Questo senso di stupore, impotenza e disperazione sono ben illustrati dalla band Pozory nel loro EP "Antivoennoe vyskazyvanie" ("Dichiarazione antiguerra") (https://pozori.bandcamp.com/album/--5)". - sono stati tra i primi a rompere il silenzio e a pubblicare un album con cui si reagiva a quanto stava accadendo.

Il morale degli artisti della scena musicale di nicchia ha risentito fortemente dell'emigrazione dei colleghi più popolari: Oxymiron, Monetochka, Noise MC, Face, ecc. - fuggiti tutti perché si sono resi conto del fatto che in Russia sarebbero stati perseguitati. Non stanno con le mani in mano, però, e tengono concerti contro la guerra raccogliendo fondi per aiutare l'Ucraina. È ironico che ora i russi, gli abitanti di un paese che, stando a quanto si dice, avrebbe sofferto di guerre più di chiunque altro al mondo, possano riunirsi apertamente in grandi folle gridando slogan contro la guerra solo in terra straniera. Ma è davvero così?

Una delle rare occasioni in cui è possibile gridare "quelle parole" [cioè "no alla guerra" - N.d.T.] in Russia è costituita dai concerti del gruppo pop-punk femminile Kiss-Kiss. La batterista Alina Olesheva esprime attivamente le proprie opinioni sui social network, i suoi post sono pieni di parole critiche (https://twitter.com/etopizdetc/status/1535932783754878981...) nei confronti delle autorità e per fortuna, inaspettatamente, finora non c'è stata alcuna repressione. Se ne deve dedurre che si può continuare tranquillamente a fare musica di spessore e organizzare concerti?

Non sembra proprio: il 14 maggio la polizia ha interrotto un concerto dei gruppi antifascisti The Dead President, Criminal State e altri, e il cantante dei primi, Artem Mazurin, è stato trattenuto per un "colloquio preventivo". Un membro degli Elysium è stato "pregato" di dichiarare che la loro recente esibizione non era affatto contro la guerra.